(Sommario)



Associazione Culturale Gioacchino Murat Onlus di Pizzo
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iscritta al Registro
degli enti ed Associazioni culturali della regione calabria - Codice
Fiscale e Partita Iva 02521880795
- Presidente Giuseppe Pagnotta


MURAT ONLUS
Eventi del 2013
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Giuseppe Bonaparte diviene Re di Spagna, ed al suo posto a
Napoli diviene Re Gioacchino Murat (31 luglio 1808) cognato di Napoleone.
Questi inizia la difficile opera di assoggettare i calabresi che mal
sopportavano di essere governati da stranieri.
I Borboni potevano contare su uomini come il cardinale Ruffo ed i Nunzianti,
abili strateghi e combattenti.
Lunghe e terribili le battaglie tra francesi e Borboni che avevano arruolato
anche bande di malfattori pronti a tutto, ma sopratutto ad uccidere e
razziare sul territorio protetti dall'essere dalla parte dei Borboni.
Tuttavia l'azione del Re fu anche di modernizzazione dal momento che
Gioacchino Murat, uomo valorosissimo ed ardimentoso, era anche figlio della
rivoluzione francese e, quindi, la sua opera tese anche a creare benessere per
le popolazioni calabre.
Abolì il feudalesimo con tutte le ingiustizie e le angherie che le erano
congeniali.
Abolì la legge promulgata da Giuseppe con la quale era stato
dischiarato "stato di guerra" ed istituì la Commissione Militare.
Decise con decreto dell' 1 agosto 1809 la distruzione del brigantaggio
sulle terre di Calabria, operazione che si rivelò molto ardua e difficile e che.
Modificò la pubblica Amministrazione rendendola più moderna ed efficente su
modello francese.
La magistratura fu sottratta alla influenza del Sovrano e con la riforma
tributaria il cittadino venne ad essere paritetico allo Stato.
Oltre che l'agricoltura anche le miniere ebbero un imput positivo tanto che
quelle di Stilo e della Mongiana furono potenziate.
Furono incrementate la coltivazione e lavorazione del cotone stante la
crescente richiesta dalla Francia.
L'istruzione fu considerata un "diritto di tutti" e non solo dei ricchi e
dei potenti per cui fu imposto ai Comuni di stipendiare un Maestro, quindi
nacque la scuola pubblica.
Reggio Calabria ebbe per la prima volta l'illuminazione pubblica delle
strade e fu costruito quello che oggi è il liceo Campanella.
Sono state eseguite importanti opere di bonifica in zone paludose createsi
dopo il terremoto del 1783 a Seminara, Sinopoli, Gioia Tauro.
L'opera svolta dal Re Murat per rimettere ordine in Calabria e fare
acquistare ai cittadini dignità è stata oltremodo intensa e meritoria.
Tuttavia i Borboni mal sopportavano di aver perso questa importante parte di
territorio e le virulenze erano tante.
Ancuni calabresi, giovani patrioti, lungi dall'essere briganti, si unirono
alle forze borboniche e con esse combatterono.
Ma poichè i Borboni avevano assimilato alle proprie milizie anche
varie bande di briganti che non per ideali ma con l'intento di mettere in
essere vendette personali e razzie, anche i veri Patrioti finirono per subirne
la malasorte accomunati ai briganti nelle azioni repressive di
Murat.
Re Murat, credette di doversi sganciare dal cognato Napoleone Bonaparte che
mal vedeva la propensione verso la gente di Calabria, e tentò così
impossibili alleanze con Inghilterra ed Austria. Ma la inziativa fu infruttuosa.
Con il proclama di Rimini tentò anche la carta dell'Unità di
Italia, ma senza fortuna.
Volle combattere una impari battaglia a Tolentino, ove sconfitto, perse non
solo la battaglia, ma anche il regno.
L'8 giugno Murat abbandona Napoli e nello stesso giorno Ferdinando IV di
Borbone si riappropriò del trono.
Murat ripara prima ad Ischia e poi in Francia.
Illudendosi di poter riconquistare il trono con l'inserruzione popolare,
facendo base in Corsica, tentò di sbarcare nel Salernitano. Un tempesta galeotta
squassò i suoi piani e finì per prendere terra a Pizzo Calabro.
Da qui pensava di raggiungere Monteleone (oggi Vibo Valentia) e sfruttare la
riconoscenza dei cittadini per farsi appoggiare nell'azione.
Ma mentre si aggirava ancora per le viuzze della cittadina si imbattè in un
drappello comandato dal capitano Trentacapilli, che lo arrestò e lo rinchiuse
nel Forte.
Era domenica 8 ottobre 1815.
Il generale Nunziante, capo militare della Calabria, informò Napoli
dell'arresto.
Il Re Borbone si affrettò a nominare la Commissione Militare che lo doveva
giudicare e vi mise a Capo il generale Vito Nunziante.
La Commissione era composta da sette membri che dovevavo esaudire i
desiderata di Ferdinando IV di Borbone: eliminare Murat
La sentenza fu infatti di morte.
Particolare tragico fu che egli venne condannato in base alla sua stessa
legge che aveva promulgato per impedire moti rivoluzionari e reprimere il
banditismo.
Venne fucilato alle 21 del 13 ottobre 1815 e seppellito nella fossa comune
della chiesa che aveva fatto edificare!
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Le fonti:
- Storia di Rosarno di G.Lacquaniti, seconda edizione - Editore Virgiglio.
- prof. Giovanni Amato
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